Attività Produttive, M5S: "Una legge monca e pericolosa per il futuro del sistema industriale"
07 agosto 2025 - 14:36
(ACRA) – “In Consiglio regionale abbiamo espresso un fermo e motivato voto contrario alla proposta di legge regionale con cui la maggioranza ha portato a termine un’operazione tecnicamente lacunosa, economicamente insostenibile e istituzionalmente opaca”, dichiarano i consiglieri del Movimento 5 Stelle Francesco Taglieri ed Erika Alessandrini. “Quella che Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega presentano come riforma del sistema produttivo abruzzese è in realtà un atto improvvisato, privo dei necessari presupposti economici, normativi e gestionali, e totalmente sprovvisto di analisi d’impatto. La Regione ha scaricato su ARAP un carico insostenibile di debiti, funzioni e responsabilità, senza garantire equilibrio e continuità per il futuro». Secondo Taglieri, i numeri parlano chiaro, “ARAP ha oggi un’esposizione debitoria di circa 50 milioni di euro tra debiti verso l’erario e i fornitori. Con questa legge - spiega - la Giunta Marsilio impone a un ente già fragile anche l’accorpamento dei debiti del Consorzio Industriale Chieti-Pescara, stimati in oltre 8 milioni di euro, portando il totale a livelli di rischio sistemico. Il tutto senza analisi preliminare, piano di sostenibilità, o indicazioni su come garantire il pagamento degli stipendi e la continuità dei servizi essenziali: manutenzione stradale, pubblica illuminazione, depurazione, gestione delle aree industriali. Si moltiplicano organi e poltrone, ma si taglia sui servizi reali, quelli che le imprese aspettano da anni. ARAP, finanziata quasi esclusivamente dai canoni di una ristretta minoranza di imprese, già fatica da tempo a garantire i servizi dovuti. E anche la tanto sbandierata salvaguardia occupazionale si riduce a una clausola generica, subordinata al bilancio, senza certezze per i lavoratori a tempo determinato”. “Particolarmente grave - secondo Alessandrini - è la gestione del caso consorzio Chieti-Pescara. Lo ripetiamo da anni – riporta - quel consorzio va chiuso, e va chiuso con chiarezza, trasparenza e responsabilità. Ma questa legge non garantisce affatto la chiusura. Al contrario, costruisce una procedura farraginosa, gestita interamente dalla Giunta. Non ci sono criteri oggettivi per decidere tra fusione e liquidazione. Tutto è rimesso a una relazione del commissario liquidatore e a una valutazione dell’ARAP, che è parte interessata. Un evidente conflitto d’interessi istituzionale, aggravato dall’assenza di un controllo terzo. Così si lascia aperta la porta al mantenimento del Consorzio in stato di sopravvivenza artificiale, solo per evitare scelte nette e impopolari”. “E anche in caso di liquidazione – prosegue Alessandrini – la norma prevede che i debiti del Consorzio siano estinti ‘nei limiti delle risorse disponibili’, senza alcuna garanzia per creditori, territorio e indotto. È l’ennesimo escamotage per rinviare responsabilità e coprire un fallimento strutturale. La Regione non chiude nulla, non riforma nulla, non risana nulla. Crea solo nuovi problemi e nuovi debiti”. Per il capogruppo M5S Taglieri è peraltro “gravissimo, sul piano politico e istituzionale, il comportamento dell’assessore alle Attività Produttive Tiziana Magnacca, che, dopo aver subito nei lavori di Commissione la totale riscrittura del suo testo da parte della sua stessa maggioranza, ha evitato ogni confronto di merito in Aula. Solo in una breve replica finale ha ammesso che le falle saranno colmate ‘successivamente’, con lo statuto redatto dalla Giunta. Una dichiarazione che suona come un’ammissione di colpa – aggiunge - approvare una legge in attesa di scriverne le regole è un atto di leggerezza politica che rischia di aggravare una situazione già compromessa”. Entrambi i consiglieri sottolineano “il carattere ideologico della legge. Questa riforma accentra potere nella Giunta, politicizza la governance dell’ARAP, estende le competenze dell’ente oltre le sue capacità, senza risorse, personale o una programmazione triennale. È l’ennesima dimostrazione di una gestione arrogante e incapace, interessata solo a costruire nuovi spazi di potere sotto il controllo politico della maggioranza”. “Un’azienda sana non assorbirebbe mai una struttura indebitata senza prima un piano dettagliato di integrazione, sostenibilità e rientro. Ma la Regione Abruzzo sì, perché per la destra al governo contano solo gli annunci e le operazioni di facciata. Con loro, il danno è doppio: alla trasparenza e all’efficienza”, concludono Taglieri e Alessandrini . (com/red)