Pietrucci su vulnerabilità digitale, sicurezza pubblica e i diritti dei cittadini
17 giugno 2025 - 15:47
(ACRA) - "Ha ragione Massimo Prosperococco che ieri ha commentato sui social il blackout della rete Vodafone che ha interessato gran parte del Centro Italia, comprese importanti città, e che si è risolto solo questa notte. Il guasto causato dal maltempo ha generato un caos nelle comunicazioni strategiche e vitali. Il fastidio che abbiamo subìto noi come semplici utenti per dover rinunciare a telefonate e messaggi è l’ultimo dei problemi. Siamo stati un giorno intero senza telefono: è stato scomodo, fastidioso, ma – si potrebbe dire – pazienza, sono cose che capitano. La realtà è che si è evidenziato un vulnus gravissimo. Ormai l’intera società dipende dai collegamenti cibernetici e se un black out casuale e naturale dovuto al maltempo ha potuto mandare in crisi sistemi sofisticati ed essenziali a partire dalla sanità e dalla pubblica amministrazione, non è immaginabile cosa accadrebbe di fronte a disastri più gravi o attentati: d’altra parte, ormai, tutti i racconti distopici ipotizzano che le catastrofi possano accadere o essere generate dal blocco dei sistemi informatici che comandano treni, navi, aerei, metropolitane, sistemi sanitari, procedure di allerta e soccorso. Ed è gravissimo che una grande azienda come Vodafone non abbia un sistema sostitutivo in grado di intervenire per supplire al guasto del sistema principale. Ma soprattutto – e questo riguarda lo scenario politico dell’oggi – affidare le comunicazioni strategiche, comprese quelle satellitari, interamente a soggetti privati, come l’Italia vuol fare consegnando a Starlink di Elon Musk la gestione del nostro intero sistema è una scelta che ci espone a rischi gravissimi: chi garantisce l’affidabilità delle infrastrutture strategiche per le comunicazioni nel nostro Paese? Non è solo un problema tecnologico. È un tema di sicurezza, di tutela dei diritti digitali dei cittadini e di continuità istituzionale. Serve un ripensamento serio e urgente italiano ed europeo delle policy sulle infrastrutture critiche, delle regole sulla ridondanza dei sistemi e più in generale sul concetto di indipendenza tecnologica. Per questo il programma Rearm dell’Unione Europea è del tutto sbagliato: perché decide di investire 800 miliardi di euro nell’acquisto di sistemi d’arma (e ogni paese compra i suoi, mica si realizza una difesa comune e coordinata europea!) invece di progettare una vera sicurezza, legata a politiche internazionali, diplomazia, strategie energetiche, sviluppo sostenibile, sicurezza comune e nuovi scenari di ricerca, sviluppo e realizzazione di tecnologie digitali innanzitutto al servizio dei diritti sociali e primari dei cittadini (comunicazioni, sanità, trasporti, educazione, assistenza). Una politica europea di pace, realistica e ambiziosa, che renda l’Europa protagonista del mondo". E' quanto si legge in una nota del consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci. (com/red)