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Elezioni Pescara, Alessandrini: Masci non è vittima ma il primo responsabile del disastro

03 luglio 2025 - 13:12

(ACRA) -  "Non c’è niente di più grottesco che vedere un sindaco, appena disarcionato da una sentenza limpida e dettagliata, trasformarsi in agitatore di fantasmi. Carlo Masci, invece di riflettere sul disastro amministrativo che ha prodotto, preferisce indossare i panni della vittima, attaccare giudici, opposizioni e perfino le istituzioni dello Stato. È uno spettacolo patetico, non degno di chi ha avuto l’onore di guidare una città come Pescara". Così la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Alessandrini replica alle dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Pescara dopo l’annullamento del voto in 27 sezioni cittadine da parte del TAR. "Il TAR non è un partito. Non è uno strumento nelle mani dell’opposizione - prosegue Alessandrini - È un organo della Repubblica. Composto da giudici, non da comparse di un teatrino politico. Masci, che ha fatto l’avvocato per una vita, questo dovrebbe saperlo meglio di chiunque. Ma quando le sentenze non gli piacciono, anche la legalità diventa un ostacolo da screditare. È un modo distorto, pericoloso, arrogante di vivere le istituzioni. Masci parla di “falsità”? Le uniche falsità in campo sono quelle che lui continua a raccontare ai pescaresi, come se i ricorrenti avessero scritto la sentenza. Come se schede mancanti, verbali inesistenti o mai compilati, buste lacerate con fori grandi quanto una mano, candidati che non hanno trovato il proprio voto né quello dei familiari più stretti, fossero invenzioni. Ma i documenti parlano, e non mentono. E tutto questo, secondo Masci, sarebbe normale perché “lui ha vinto”? È questa la sua idea di democrazia? Una democrazia a misura di sindaco uscente?". "Da primo cittadino - aggiunge la consigliera M5S - aveva il dovere di vigilare sulle operazioni di voto. Non l’ha fatto. E oggi si indigna come se fosse stato colto di sorpresa. Ma chi ha governato la macchina amministrativa per cinque anni? Chi ha lasciato che le elezioni venissero gestite con sciatteria e disattenzione? Chi, se non lui?". "Prendere la metà dei voti con la metà dei cittadini che si è recato a votare solo un narcisista cronico potrebbe considerarlo un plebiscito. Un scarto di meno di 500 voti dalla possibilità di andare al ballottaggio è davvero un'inezia che potrebbe, invece, ribaltare le sorti del primo turno. E questo Masci lo sa bene, avendo già perso le elezioni del 2003 nonostante al primo turno avesse preso molti più voti del suo sfidante di allora e forse proprio questi fantasmi lo agitano così tanto da fargli cambiare idea sul ricorso al Consiglio di Stato un giorno sì e un altro pure, gli fanno attaccare altri organi giudicanti dello Stato, purtroppo riducendo il suo ruolo di capo dell'Amministrazione in capo ultrà che ha paura della retrocessione della squadra". "Basta con la recita del sindaco perseguitato. Basta con i piagnistei contro le “toghe” e i giudici. Masci - conclude Alessandrini - dovrebbe ringraziare chi ha fatto ricorso: ha evitato che l’illegalità si sedimentasse e ha restituito a questa città un diritto sacrosanto — quello di un voto regolare e trasparente. Chi ha rispetto per le istituzioni, si assume le responsabilità. Chi le calpesta, le accusa. E purtroppo oggi a Pescara abbiamo visto chiaramente da che parte sta Carlo Masci". (red/com)

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