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Ex Sevel Atessa, Taglieri: "Subito un intervento del governo per evitare la chiusura"

04 luglio 2025 - 12:47

(ACRA) – “Le dichiarazioni rilasciate da Jean-Philippe Imparato, chief operating officer di Stellantis per l’Europa, rappresentano un allarme industriale di portata nazionale. Quando un dirigente del principale gruppo automobilistico operante in Italia afferma pubblicamente che ‘siamo a pochi mesi da un dramma industriale’ e arriva a ipotizzare esplicitamente la chiusura dello stabilimento di Atessa, è evidente che non si tratta di allarmismo, ma di un segnale preciso che impone risposte serie, immediate e istituzionalmente responsabili” è il commento del capogruppo del Movimento 5 Stelle, Francesco Taglieri. “Eppure, nonostante la gravità delle parole pronunciate – rileva -  l’assessore regionale alle Attività Produttive, Tiziana Magnacca, ha reagito accusando chi ha rilanciato l’allarme – tra cui i sindacati, la stampa e le opposizioni – di ‘terrorismo mediatico’ e ‘strumentalizzazione’. A suo dire, lo stabilimento ‘non chiuderà’ e la Regione avrebbe già fatto la sua parte attraverso tavoli e interlocuzioni. Parole che dimostrano un atteggiamento superficiale e pericolosamente minimizzante”. “Il rischio concreto di un ridimensionamento dello stabilimento di Atessa è già visibile nei fatti e non solo nelle dichiarazioni” secondo l’esponente penta stellato. “In data 3 luglio – spiega - l’azienda ha infatti comunicato ufficialmente alle organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl e Uil) che da lunedì 8 luglio il turno notturno (turno C) sarà completamente eliminato, mentre i turni A e B saranno ridotti a soli tre giorni lavorativi settimanali, ovvero martedì, mercoledì e giovedì. Una riorganizzazione che prelude a un uso crescente della cassa integrazione, e che certifica – al di là di ogni polemica – un concreto arretramento produttivo, con potenziali ricadute gravissime sull’occupazione e sull’indotto. La conferma che il territorio sta già subendo gli effetti della crisi annunciata dal vertice Stellantis. Per questo motivo, ho presentato una interpellanza urgente in Consiglio Regionale per chiedere conto alla Giunta Marsilio delle azioni intraprese e delle iniziative che si intendono assumere con urgenza. La richiesta è chiara: attivare immediatamente un confronto istituzionale formale con Stellantis, con il Governo nazionale e con le parti sociali, per garantire un futuro allo stabilimento di Atessa e a tutta la filiera abruzzese dell’automotive. Lo stabilimento ex-Sevel di Atessa è una delle realtà produttive più strategiche dell’intero Centro-Sud: oltre 4.500 lavoratori diretti, un indotto che coinvolge decine di aziende e migliaia di famiglie tra le province di Chieti e Pescara, e un contributo che rappresenta circa il 50% della produzione nazionale di veicoli commerciali leggeri. La sua tenuta non è un fatto locale: è una questione nazionale. Nel mese di giugno, Stellantis ha perso oltre il 32% sul mercato automobilistico italiano, mentre il settore nel complesso è calato del 17,4%. Le difficoltà sono evidenti e note. Chi oggi governa la Regione Abruzzo non può continuare a chiudere gli occhi e limitarsi a comunicati di autoassoluzione. È ora di agire”. Il capogruppo chiede “la convocazione immediata di un Consiglio regionale straordinario in cui il presidente Marsilio e l’assessore Magnacca vengano a riferire dettagliatamente; l’attivazione urgente di un tavolo permanente di crisi regionale sull’automotive, con il coinvolgimento dei soggetti istituzionali, sindacali e imprenditoriali; il sostegno presso il Governo nazionale per l’apertura di un tavolo interministeriale con Stellantis e l’utilizzo di fondi europei e nazionali per misure di riconversione industriale, riqualificazione del personale, innovazione tecnologica e riduzione del costo energetico per le imprese abruzzesi del comparto. Il futuro di Atessa non può essere affidato a slogan o rassicurazioni generiche. Servono atti concreti, responsabilità politica e piena trasparenza. Lo dobbiamo ai lavoratori, alle famiglie, al tessuto industriale di un’intera regione”, conclude. (com/red)

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