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Dazi. PD: "Abruzzo primo bersaglio degli Stati Uniti, chiediamo confronto istituzionale"

07 agosto 2025 - 12:06

(ACRA) – “L’Abruzzo è la regione italiana che rischia più di tutte dagli effetti dei dazi USA. Non lo diciamo noi, ma un’analisi dettagliata della CNA nazionale, che fotografa con chiarezza la gravità della situazione: ben il 17,1% delle esportazioni abruzzesi è diretta al mercato americano, per un valore di oltre 1,6 miliardi di euro, una quota che ci mette in cima alla classifica nazionale per esposizione relativa ai dazi. Farmaceutica, meccanica, componentistica, alimentare, vino e pasta: il cuore della nostra economia, dalla Val di Sangro fino alle colline del vino, è sotto scacco. E non ci risulta che ci sia una strategia regionale, né un’azione coordinata con il Governo, per evitare che tutto questo si traduca in perdita di commesse, lavoro e sviluppo per centinaia di aziende e lavoratori abruzzesi”, scrive il capogruppo PD Silvio Paolucci, con il segretario regionale Daniele Marinelli. “È inaccettabile che in questa fase, nonostante il peso della decisione trumpiana, l’Abruzzo resti muto e fermo di fronte a dazi che potrebbero anche peggiorare in base agli umori di Trump, come la cronaca ci riferisce. Noi fermi in attesa delle percentuali, mentre le altre regioni si muovono. Misure che colpiscono l’intera regione e, come detto, alcuni settori chiavi come pure il farmaceutico. È tempo di azioni e non di rassicurazioni di fronte a un quadro così drammatico, come stanno facendo Marsilio e la Magnacca – aggiungono - portati a minimizzare i danni come linea politica a prescindere, piuttosto che a condividere con la filiera di Governo soluzioni o, quantomeno, strategie. Svalutare gli effetti non solo è stupido, come ha dimostrato la linea comunicativa adottata sul deficit monstre della sanità, ma è doppiamente dannoso, perché non prepara la nostra economia ad accusare il colpo, quando arriverà, anche se, ancora una volta, l’appello e il monito è costretto ad arrivare proprio dal comparto economico a causa dell’inerzia istituzionale. Serve con urgenza un tavolo di monitoraggio permanente, promosso dalla Regione e condiviso con tutte le rappresentanze di categoria, le imprese e i territori”. “Bisogna chiedere al Governo una linea di difesa per i settori strategici e misure di supporto per le imprese più esposte. Non basta aspettare ‘maggiori entrate’ come si dice nell’assestamento di bilancio: qui servono atti concreti e risorse per difendere il nostro export e l’intera filiera produttiva. Quello che sta accadendo non è un’emergenza improvvisa: era annunciata da settimane. Eppure, dal governo regionale tutto tace. L’Abruzzo non può permettersi questo silenzio e, dopo tasse, tagli di prestazioni e servizi, anche quest’altra batosta che ci colpisce doppiamente, come imprese e anche come identità economica: non reagire adesso significa arrendersi al declino. Chiediamo che in tempi strettissimi il presidente Marsilio convochi un confronto istituzionale con tutti gli attori economici, per costruire un fronte comune a difesa del nostro made in Abruzzo”, concludono. (com/red)

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