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Terme di Caramanico, Di Marco: Servono fatti concreti, non solo buone intenzioni

19 agosto 2025 - 08:33

(ACRA) -  “Ringrazio il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri per le parole spese in favore delle Terme di Caramanico e per la promessa che “le acque resteranno al paese”. Ma non posso non rilevare come, ad oggi, la Regione, e in particolare il presidente Marco Marsilio, non abbia mostrato la stessa passione e la stessa determinazione allo scopo. In fase di bilancio avevo chiesto un’azione coraggiosa al Governo regionale attraverso un emendamento che però la maggioranza di destra ha bocciato: mettere in bilancio 8 milioni di euro necessari all’acquisizione di tutti i lotti, in modo che restassero un patrimonio in capo agli abruzzesi, il tutto concertando con le istituzioni locali e l’intero territorio, Parco della Maiella compreso, forma, modalità e percorsi capaci di risollevare e rilanciare il comparto. Bocciando questa proposta Marsilio di fatto si è tirato indietro, per questo oggi gli chiediamo di non perdere altre opportunità”, commenta il consigliere regionale Antonio Di Marco, vicepresidente della Commissione Ambiente e Terrirorio. “Da anni denunciamo la necessità di un intervento diretto della Regione per fare in modo che l’Areacom promuovesse un’aggiudicazione capace di salvaguardare la destinazione termale dei lotti, cosa in parte accaduta come dimostra il bando che scadrà a ottobre per parte dell’impianto termale – riferisce Di Marco - , ma lo abbiamo sottolineato nella risoluzione presentata a febbraio scorso e lo ribadiamo oggi: non si può trattare i lotti “a compartimenti stagni”. Serve un piano industriale unitario per il rilancio termale, capace di garantire non solo il mantenimento delle sorgenti a Caramanico ma anche la valorizzazione di un patrimonio storico, economico e occupazionale che rischia di essere disperso. Su questo si dovrà ragionare in Commissione Vigilanza, a cui ho inviato da novembre la richiesta di convocazione con audizione di tutti i soggetti interessati, Regione in primis. Accogliamo dunque con favore le dichiarazioni di Sospiri, ma chiediamo che non restino parole. Caramanico ha bisogno di una presa in carico vera e immediata da parte della Regione: un lavoro corale che coinvolga sindaco, istituzioni locali, Parco della Maiella e tutti i soggetti turistici e ambientali del territorio. A tale proposito ritengo encomiabile l'atteggiamento collaborativo del sindaco Franco Parone verso questo Governo regionale, a lui, però, va data risposta e una soluzione praticabile, non può essere lasciato solo. Aspettare ancora significa condannare Caramanico a un declino irreversibile, favorendo lo sviluppo di altri centri termali anche vicini, ma con un potenziale diverso da quello espresso da questo comprensorio. Le Terme non sono solo una risorsa economica: sono identità, occupazione, turismo, cultura e ambiente. La Regione smetta di voltarsi dall’altra parte e faccia finalmente la sua parte. Abbiamo anche gli strumenti: sul termalismo c’è una legge da oltre vent’anni, non certo una milleproroghe, la n. 15 del 10 luglio 2002, sulla Disciplina delle acque minerali e termali, che nacque nel 2002 con il governatore Giovanni Pace e che al titolo V, dall’articolo 64, stabilisce anche strumenti e modi per rilanciare il settore con i canali giustiFu una normativa a dare il via al Distretto abruzzese del benessere, sostenuto anche dalla Delibera di Giunta Regionale n. 1.270/P del 25 novembre 2005, allora con governatore Del Turco. Si trattava di una sorta di consorzio, nato da un protocollo d’intesa sottoscritto a Caramanico il 30 agosto 2005, con Caramanico capofila del DAB e la partecipazione di 12 comuni: Abbateggio, Canistro, Caramanico Terme, Popoli, Raiano, Rivisondoli, Roccamorice, S. Eufemia a Majella, Salle, Scafa, Sulmona e San Valentino in Abruzzo Citeriore. Questo gruppo, in collaborazione con la Regione, elaborò un piano industriale per rafforzare il ruolo dei territori termali abruzzesi come elemento trainante del sistema turistico regionale. Gli obiettivi, pensati a breve, medio e lungo termine, includevano la creazione di nuove strutture ricettive e di ristorazione, l’integrazione con quelle già attive, programmi di riabilitazione motoria, iniziative di promozione e formazione, politiche per l’occupazione e, non da ultimo, la riapertura e il completamento del centro termale di Popoli. Un progetto unitario, dunque, che era già stato avviato e che ora rimbalza di asta in asta, senza la necessaria promozione”. (com/red)

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