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Sanità, Abruzzo Insieme: presidi territoriali ridotti all'osso e liste d'attesa infinite

16 settembre 2025 - 11:44

(ACRA) – “In occasione dell’inaugurazione del nuovo centro radiologico a Montorio al Vomano, l’assessora Verì e il direttore Generale Di Giosia hanno dichiarato: ‘Qui non si chiude, ma si apre’. Uno slogan ad effetto, ma lontano anni luce dalla realtà che vivono ogni giorno cittadini e operatori sanitari abruzzesi”, rilevano in una nota Giovanni Cavallari e Vincenzo Menna del gruppo consiliare Abruzzo Insieme. “Mentre la sanità pubblica regionale affonda tra carenze croniche, tagli e disservizi, la Giunta Marsilio si concede passerelle celebrative per l’apertura di una singola struttura, come se bastasse a nascondere anni di gestione fallimentare. I numeri parlano chiaro – riferiscono i due consiglieri - e smentiscono ogni narrazione trionfalistica. Sulla mobilità passiva, nel 2023 l’Abruzzo ha speso 138 milioni di euro per curare cittadini fuori regione, incassandone appena 78 da chi è venuto a curarsi qui. Il saldo negativo di ‐60 milioni certifica la perdita di fiducia nella sanità regionale. Per ciò che attiene le liste d’attesa – proseguono - nei primi cinque mesi del 2025 le Asl abruzzesi hanno erogato 40.011 prestazioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2024. Un crollo che smentisce i proclami sull’abbattimento delle liste: si fanno meno visite, si aspetta di più, mentre sul deficit strutturale, già nel 2022 la mobilità passiva costava oltre 104 milioni all’anno. Altro che ‘nuove aperture’, si tratta di una risposta tardiva a una progressiva perdita di attrattività e qualità del sistema sanitario. ‘Qui non si chiude, ma si apre’? No: si taglia, si depotenzia, si esterna lizza – scrivono ancora Cavallari e Menna. Dietro la retorica della ‘sanità di prossimità’, i fatti raccontano altro: ospedali periferici ridimensionati sotto la formula della ‘riorganizzazione’; servizi territoriali in affanno; personale sottodimensionato e sempre più sotto pressione. Siamo ultimi nei LEA per la prevenzione e in molte aree interne non si riescono più a garantire nemmeno i servizi essenziali”. “Un’inaugurazione non cancella il disastro. È grave e fuorviante affermare che il disavanzo sanitario sia dovuto all’apertura di nuove strutture. I problemi veri sono un modello di sanità di prossimità che esiste solo sulla carta; una rete di presidi territoriali ridotta all’osso e liste d’attesa infinite, che costringono migliaia di cittadini a curarsi fuori regione. L’Abruzzo merita una sanità pubblica seria, accessibile, efficiente ed equa. Non spot elettorali, non inaugurazioni di facciata” concludono. (com/red)

 

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