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'Dragaggetto' porto Pescara, Blasioli: "Interventi non hanno eliminato le difficoltà"

02 ottobre 2025 - 08:36

(ACRA) – “Avevamo detto, da ultimo a inizio settembre, che quello in corso nel porto di Pescara non sarebbe stato un dragaggio ma un ‘dragaggetto’ non risolutivo per la sicurezza del comparto e per la salvaguardia delle imbarcazioni. Per i 25 armatori e i 32 pescherecci chiediamo molto di più, e soprattutto meno annunci e più serietà” riporta il vicepresidente del Consiglio regionale, Antonio Blasioli. “Lo definiamo “dragaggetto” perché solo un vezzeggiativo è in grado di rendere l’intervento eseguito, malgrado i toni trionfali con cui era stato annunciato. Appena iniziato l’escavo, tutto il centrodestra è corso sul carro, incensando il lavoro di filiera di Comune, Regione, Governo e Autorità di sistema portuale, tutti governati guarda caso dalla destra. Tuttavia, ora che il fermo è finito e gli armatori fanno presente che non è stato risolto granché, gli esponenti della destra sono tutti scomparsi. Avevamo messo anche in guardia sui tempi dell’escavo sulla banchina sud. Bastava leggere il cronoprogramma per capire che da quel lato l’intervento non sarebbe partito prima del 15 ottobre, ed effettivamente è andata proprio così, augurandoci che questi tempi siano rispettati e che almeno da quella parte possano esserci meno pericoli. Sui lavori chiediamo inoltre trasparenza: vista la situazione emergenziale, sarebbe il caso che le istituzioni, su tutte Regione, Comune e Autorità di Sistema Portuale, forniscano aggiornamenti sull’andamento dei lavori e sulle analisi che Arpa ha già effettuato per farci conoscere se il materiale dragato potrà essere rimosso dalla vasca di colmata provvisoria situata tra il porto turistico e la precedente vasca di colmata. Il volume dei materiali rimossi fino ad ora, i risultati delle analisi compiute sugli stessi, determinanti per conoscere non solo lo stato del fiume, ma anche e soprattutto i costi di smaltimento degli stessi, sulla base dei quali si può quindi stimare i costi di un intervento maggiormente impattante, sono queste le domande che proprio oggi ho posto ad Arpa, che si occupa delle analisi, e all’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale che è responsabile dei lavori, ma sono elementi che dovrebbero essere a conoscenza di tutta la cittadinanza e, a maggior ragione, degli operatori portuali. La Città e la marineria meritano di sapere”. “Oggi leggiamo che le imbarcazioni rientrano una alla volta guidate dalla Capitaneria di Porto, la quale, come sempre, nonostante le difficoltà, cerca di tutelare chi lavora in mare, e questo è impensabile. La verità è che il centrodestra annuncia il dragaggio dal 2021 – sottolinea Blasioli - ma in quattro anni non ha neanche effettuato le analisi dei fanghi, con la conseguenza di aver dovuto inventare un “accrocchio” creativo come il deposito temporaneo degli stessi, che costa molto di più alla collettività. Purtroppo le notizie non sono positive neanche sul fronte del piano regolatore portuale. A distanza di due anni e mezzo da quando l’impresa aggiudicataria dei lavori di completamento del pennello di foce e della scogliera di radicamento, parte del più complesso intervento di deviazione del porto canale, aveva comunicato una situazione di tensione finanziaria e l’applicazione di misure protettive previste dal Codice della Crisi, l’Arap è riuscito a risolvere il contratto per inadempimento con la ditta che nel frattempo ne aveva acquisito il ramo d’azienda. Leggendo il provvedimento, oltre a un incredibile rimpallo tra Arap e la ditta subentrata, fatto di richieste di risarcimento, minacce di rivalsa, dimissioni di membri del Comitato Consultivo Tecnico nominato per dirimere la disputa, emerge un dato importante: a causa dei ritardi, la continua azione erosiva del mare starebbe provocando danni alle opere incomplete, generando quindi maggiori costi per il loro completamento nonché l’impossibilità di accedere agli specifici fondi statali previsti per la compensazione dei prezzi. Insomma, un vero e proprio disastro, dal quale speriamo l’Arap sia esente da colpe per non aver agito anticipatamente con la rescissione”. “Ricordiamo che, come più volte detto dai tecnici, proprio la mancata prosecuzione, dopo lo sfondamento della diga foranea, dei lavori di deviazione del porto canale, cioè i citati lavori bloccati e gli altri lotti fermi alla procedura di Via nazionale - per la quale il termine per le osservazioni è scaduto lo scorso 18 settembre -, ha contribuito a creare, insieme all’inerzia di Regione e Comune, l’insabbiamento attuale. Speriamo che la procedura di Via possa finalmente giungere a conclusione e parallelamente l’Arap riesca a riavviare in breve tempo i lavori fermi. Nel frattempo, sull’emergenza, oltre alla trasparenza, chiediamo al più presto garanzie sulle risorse e sull’avvio di un dragaggio vero e proprio che la Città e gli operatori non possono più aspettare” conclude.  (com/red)