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Di Marco: Pescara, la città della Bandiera Blu bocciata da Legambiente

28 ottobre 2025 - 16:44

(ACRA) - "Come fa la città di Pescara, Bandiera blu da cinque anni, a essere precipitata al 71° posto nella classifica sull’Ecosistema Urbano di Legambiente? E come fa l’Abruzzo virtuoso che conta ben 15 località sempre imbandierate, 13 sulla costa e 2 sui laghi, a essere bocciata in tutti i suoi 3 capoluoghi di provincia e nel suo capoluogo di regione? Come fanno la Regione e la Città dei grandi investimenti sui depuratori, che spingono per unificare sotto due cappelli la gestione dell’intero sistema idrico ad avere ottenuto il punteggio peggiore sulla dispersione idrica? Quale patrimonio di perdite intendono consegnare al futuro? E come fa, ancora, la città che da quattro anni ha spalmato su tutto il territorio la raccolta differenziata spinta porta a porta dei rifiuti a vedersi ammonita con un cartellino rosso alzato da chi è chiamato a giudicare le amministrazioni per il trattamento riservato al proprio ambiente? Qualcuno si azzarderà a dire che Legambiente è governata da complottisti di sinistra che conducono la congiura di castello contro le giunte di centrodestra, da Marsilio a Biondi-sindaco de L’Aquila fino a Masci-sindaco di Pescara. Molti dimenticheranno di raccontare che invece la Bandiera Blu è un riconoscimento pomposamente assegnato alle città dalla Foundation for Environmental Education (FEE)’, ossia la Fondazione per l’Educazione Ambientale, e che, al di là della diffusa pratica dell’autocertificazione amministrativa delle carte, priva di riscontri oggettivi fatta di sopralluoghi sul posto, è per definizione un riconoscimento parziale assegnato alle località balneari che soddisfano alcuni criteri in termini di qualità delle acque di balneazione, servizi e gestione ambientale concentrandosi sulla gestione delle spiagge e delle acque costiere, senza considerare appieno gli aspetti ambientali urbani e interni alla città. Poi però arrivano i 32 criteri e 19 indicatori di valutazione di Legambiente che allargano lo zoom sulla prospettiva generale della città di Pescara, o anche sull’intero territorio regionale, e restituiscono l’esatta immagine di un’area larga che fa fatica e arranca nella scala della competizione, tanto da perdere un gradino e scivolare in fondo. Legambiente non si limita a valutare il mare, ma piuttosto guarda la qualità ambientale complessiva dell’area urbana (infrastrutture, servizi, mobilità, gestione rifiuti, acqua potabile). La Bandiera Blu ci dice che Pescara ha il mare pulito; Legambiente aggiunge però che c’è una dispersione idrica elevata nella rete di distribuzione e una rete idrica inefficiente. Per avere la Bandiera Blu l’amministrazione ha autocertificato che le imprese balneari svolgono la raccolta differenziata dei rifiuti, Legambiente rivela che in realtà quella raccolta differenziata è ferma al 51,9%, sotto la media nazionale, e certifica la riduzione delle aree verdi urbane, inferiore alla media nazionale, imparagonabile a una città come Milano che addirittura ha creato una Biblioteca degli Alberi (BAM) su una superficie di 10 ettari di città. Sui servizi e la sicurezza, Bandiera Blu riconosce la presenza dei bagnini sulle spiagge che sono quasi tutte accessibili a tutti, ma Legambiente racconta che su Pescara continua a prevalere l’uso dell’auto privata, con conseguenti problemi di traffico e inquinamento, dunque una mobilità poco sostenibile, e le infrastrutture urbane non sono completamente efficienti. Sull’educazione ambientale Pescara fa alcune iniziative educative di sensibilizzazione verso studenti e turisti, insistendo sulla politica brochuristica che ingrassa le stamperie e gli ideatori grafici delle sempreverdi agenzie comunicatrici, ma quelle attività non sono comunque sufficienti per impattare significativamente la classifica generale. La Fondazione Bandiera Blu non valuta il parametro dell’urbanizzazione e del suo impatto generale sul territorio, nel quale invece Legambiente attribuisce a Pescara un punteggio basso a causa di inquinamento e gestione urbana non ottimale. Facendo sintesi, Bandiera Blu premia Pescara solo per il mare e le spiagge, la classifica Legambiente valuta la città nel suo complesso, includendo mobilità, gestione urbana, rifiuti, aree verdi e consumi. Ed è qui che casca il proverbiale asino perché il turista che arriva a Pescara, quando arriva per restare e soggiornare e non per dormire e fuggire in Puglia, non vive solo il mare, ma respira una città stanca, affaticata, la città dei ‘vorrei ma non posso’ o ‘non so come fare’. Una città che con la sua amministrazione ha speso per stampare locandine, che pensa al turismo degli amplificatori di piazza Salotto per le musiche natalizie o per una fastidiosa radiomarina, ma che non riesce ad allargare lo zoom e che oggi si ritrova come la strega di Biancaneve: lo specchio le ha rivelato che ci sono città più belle e virtuose di lei". E' quanto si legge in una nota del consigliere regionale Antonio Di Marco. (com/red)