Ospedale Popoli Terme, Di Marco: Sto esercitando un diritto e un dovere istituzionale
14 novembre 2025 - 13:10

(ACRA) - “Non è pensabile che un cantiere importante e sensibile come quello dell’ospedale di Popoli Terme proceda a passo di lumaca, costringendo l’utenza ad attese e disagi. Il cantiere dell’ospedale di Popoli è fermo al 30%. Con la segnalazione del 22 luglio scorso chiedevo risposte tecniche chiare che non sono arrivate, nonostante la risoluzione approvata all’unanimità in Commissione il 22 luglio. Il sostegno iniziale del Consiglio regionale lasciava pensare a tempi rapidi, invece siamo ad ottobre e i lavori sono ancora bloccati, con episodi assurdi come l’accensione di un gioco dentro il presidio ospedaliero. Ho reiterato le richieste attraverso ben 24 pec inviate al Direttore Generale, alla ditta e per conoscenza anche al presidente Marsilio e al Sindaco per capire cosa stesse succedendo e quali fossero le prospettive. Nessuno ha risposto. Ma due giorni fa tutti i soggetti interpellati erano parte di un sopralluogo arrivato solo ora, quando i lavori avrebbero dovuto essere già conclusi da quattro mesi. Da loro nessuna spiegazione, solo una lettera piccata della ditta che mi invita a “non occuparmi dell’ospedale di Popoli Terme. Se non fosse accaduto davvero sarebbe addirittura paradossale”, così il consigliere Antonio Di Marco oggi in conferenza sull’argomento. “Mi sono occupato e continuerò ad occuparmi del cantiere perché questo è esattamente il compito di un Consigliere regionale, soprattutto quando si parla di fondi pubblici e di un presidio fondamentale per il territorio – sottolinea Di Marco - . Il ritardo viene attribuito a un’“anomalia” progettuale, ma nessuno aveva comunicato nulla ai cittadini fino ad oggi. E ciò salta fuori solo dopo tante richieste ignorate. Ora chiedo risposte concrete: sullo stato del cantiere, sui motivi reali del ritardo e sui tempi di consegna. Risposte doverose, perché nel presidio di Popoli Terme pazienti e operatori continuano a lavorare in condizioni difficili che ho potuto verificare di persona più volte e che non sono accettabili. Tanto e tale silenzio è un’offesa non solo ai pazienti e al personale, ma anche al Consiglio regionale che tramite la commissione ha ritenuto giusta la mia istanza e ha votato all’unanimità la risoluzione che aveva l’obiettivo di garantire il rispetto dei tempi, evitare disagi all’utenza e vigilare sulla corretta esecuzione dei lavori. Ho inviato 24 pec tra il 20 ottobre e ieri, senza ottenere risposta, resta grave che sia stato necessario sollecitare arrivare a ciò per smuovere le acque. Continuerò ad occuparmi dei lavori finché non verranno chiariti: tempi certi per il completamento dei lavori; numero e presenza giornaliera del personale in cantiere; motivazioni puntuali delle lungaggini registrate. Parliamo di un ospedale, non di un’opera qualsiasi. Ogni ritardo, ogni silenzio, ogni omissione pesa sulla salute dei cittadini. La ditta appaltatrice e la ASL hanno il dovere di collaborare con le istituzioni, non di sottrarsi al confronto o di rispondere con toni sminuenti. È anche una questione di trasparenza che in questo caso non è stata assicurata, per non parlare del senso di responsabilità verso la comunità”. (com/red)