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Patto per l'Abruzzo su voto contrario a DEFR: "Documento che non parla agli abruzzesi"

16 dicembre 2025 - 18:42

(ACRA) - “Si confonde la lista dei desideri con una vera programmazione. Il DEFR 2026/2028, presentato dalla maggioranza, è uno dei documenti più deboli e opachi degli ultimi anni.  Abbiamo votato convintamente contro perché manca una visione organica di sviluppo per l’Abruzzo e si limita a mettere insieme azioni frammentarie, prive di un disegno strategico unitario: mancano le scelte, mancano i numeri, mancano le assunzioni di responsabilità, mancano le strategie concrete per risolvere le criticità che la destra si limita a fotografare. Eppure in un contesto di incertezza economica, in un momento di sfide cruciali, come la transizione ecologica e la crisi dell’automotive, o l’enorme disavanzo delle Asl, che fagocitano fondi per la sanità e per gli altri settori strategici, la programmazione non è un esercizio formale, ma è la condizione necessaria per garantire sviluppo, competitività e coesione sociale” ad affermarlo sono i consiglieri regionali del Patto per l’Abruzzo che nel corso del Consiglio regionale odierno hanno illustrato nel dettaglio le carenze di ogni capitolo del documento.  “Il DEFR – continuano - dovrebbe essere lo strumento cardine per orientare le scelte strategiche della Regione, definendo priorità, risorse e obiettivi, in modo chiaro e misurabile. Inoltre in questa legislatura il documento arriva a meno di un anno dal termine per l’utilizzo dei fondi PNRR salute, di cui nel testo si parla in modo superficiale. Ci saremmo aspettati chiarezza per sapere cosa è stato fatto, cosa è in corso e cosa, con onestà, non è più possibile fare. L’Abruzzo rischia di perdere i fondi assegnati per 40 Case di Comunità e 11 Ospedali di Comunità, se non realizzati entro il 31 marzo 2026. Un allarme totalmente assente dal DEFR, mentre la nostra regione è tra le sole tre in Italia a non avere attiva neanche una Casa di Comunità con almeno un servizio operativo. Ma la debolezza del DEFR non si ferma alla sanità. Sull’occupazione, per esempio, il documento presenta dati generali e ignora la questione centrale: la qualità del lavoro. Si evidenzia il saldo positivo tra assunzioni e cessazioni nel settore privato nel 2024, ma non si dice che in Abruzzo l’80% dei nuovi contratti è precario, il salario medio (22.000 € lordi annui) resta sotto la media nazionale (25.500 € lordi) e la disoccupazione giovanile sfiora il 30%. Questo spinge oltre 4.000 giovani a lasciare la regione ogni anno. E mentre i giovani vanno via, l’Abruzzo invecchia. La popolazione è scesa a 1.269.571 residenti. Gli indicatori di invecchiamento registrano livelli allarmanti: l’indice di vecchiaia ha raggiunto 220,2 anziani ogni 100 giovani, tra i più alti d’Italia, e il tasso di natalità continua a scendere. Dopo sette anni di governo di destra, l’Abruzzo ha perso oltre 31 mila residenti. Di fronte a una regione che invecchia e si spopola, il DEFR si limita all’ordinaria amministrazione. Servirebbe, al contrario,  una risposta straordinaria come un piano per la coesione territoriale e la natalità, che combatta concretamente il declino demografico unendo servizi di prossimità, sostegni all’abitare, politiche familiari mirate e sviluppo delle aree interne. La legge n. 32, la cosiddetta legge contro lo spopolamento, tanto decantata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, ha fallito completamente la sua missione. La verità – concludono - è che questo DEFR non parla agli abruzzesi. È lontanissimo dalle esigenze dei cittadini e delle cittadine che ogni giorno affrontano una quotidianità che la destra evidentemente non conosce, non affronta e non è in grado di migliorare. Il fallimento è generale e questo documento è la traduzione delle azioni di chi non governa ma naviga a vista, di chi non programma ma sperpera solo risorse , di chi non affronta i reali problemi ma si limita a una costante propaganda elettorale fatta di bugie e dati usati per una narrazione faziosa e non veritiera”. (com/red)

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