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Sanità Val Vibrata, Pepe: "Ripristinare le due unità operative complesse al Sant'Omero"

08 agosto 2025 - 11:32

(ACRA) - “La battaglia della Val Vibrata nasce da un fatto grave: l’ospedale di Sant’Omero perde una Uoc, Unità operativa complessa, e il suo primario, vincitore di concorso. A Sant’Omero dal primo febbraio è operativa una Uos, Unità operativa semplice. La differenza è definita dalla legge” rileva Dino Pepe, consigliere e vice capogruppo PD in Consiglio regionale. “È inaccettabile che oggi si tenti di riscrivere la realtà, cercando di scaricare le responsabilità di scelte gravi e penalizzanti su chi legittimamente protesta o difende il proprio territorio. È necessario ristabilire la verità – aggiunge - le uniche vittime di questa gestione sono i cittadini abruzzesi, e in particolare quelli del territorio teramano. Tutto ha inizio con l’approvazione della legge regionale sulla rete ospedaliera, votata a dicembre 2023 dal Consiglio regionale con il voto favorevole del centrodestra, compreso il consigliere D’Annuntiis e altri esponenti del territorio. Quella legge prevedeva, nero su bianco, la soppressione di 2 Uoc su 4 all’ospedale di Sant’Omero, con tutto ciò che ne consegue a partire dall’eliminazione di due primari vincitori di concorso e punti di riferimento autorevoli, oltre a ulteriori tagli per la sanità teramana” spiega il consigliere. “Durante l’iter legislativo ho presentato diversi emendamenti per salvare le Uoc dell’ospedale Val Vibrata e in Commissione Sanità è stato ascoltato anche l’appello accorato del Sindaco di Sant’Omero. Ma nulla è stato accolto. I tagli sono stati confermati. In quella stessa legge, si salvaguarda invece la Uoc di Ostetricia e Ginecologia di Sulmona, nonostante abbia meno di 200 parti l’anno, e quell’ospedale viene addirittura promosso a primo livello” sottolinea Pepe. “Il centrodestra ha condotto una campagna elettorale nel 2024 parlando di una sanità modello, senza debiti né disavanzi. Ma la verità è un’altra.  Dal 1° ottobre 2016 l’Abruzzo era finalmente fuori dal commissariamento, e questo significa che la responsabilità della gestione sanitaria è tornata alla Giunta regionale. Nel 2021 il piano di rientro è terminato, e nel 2022 è iniziato il nuovo debito targato Marsilio. Così si è arrivati a un disavanzo di 68 milioni nel 2023, 113 nel 2024 e una previsione di 128 milioni nel 2025. Come risposta – continua Pepe - il presidente Marsilio ha aumentato le tasse per 44 milioni, un’autentica stangata per famiglie e imprese e ha stabilito il blocco del salario accessorio per gli operatori sanitari, punendo economicamente coloro che reggono sulle proprie spalle il peso del servizio sanitario. Oggi, a disastro compiuto, il centro destra tenta maldestramente di addossare colpe a chi fa una sacrosanta battaglia per preservare l’Ospedale Val Vibrata”. “Al danno si vorrebbe aggiungere una vergognosa beffa. Al contrario io ringrazio Sindaci e Comitato che pongono giustamente domande e si fanno portavoce delle istanze e delle preoccupazioni delle Comunità che rappresentano. Questo centrodestra ha ridotto la sanità abruzzese a brandelli. Sarebbe molto più saggio, anziché alimentare polemiche, dare finalmente un segnale di responsabilità: riconoscere gli errori fatti e procedere con una revisione immediata della rete ospedaliera, ripristinando le due Unità operative complesse (Uoc) soppresse” conclude Dino Pepe. (com/red)

 

 

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