Comune di Pescara, Di Marco: serve nuova classe dirigente capace di governare
02 ottobre 2025 - 15:17
(ACRA) - “Quanto accaduto in Comune a Pescara è la fotografia perfetta di una maggioranza allo sbando, che continua a considerare la pubblica amministrazione come un proprio feudo politico anziché come uno strumento al servizio dei cittadini. Rinviare una seduta così importante del Consiglio, senza tener conto di un termine perentorio di legge, e bloccare di fatto l’assunzione di 30 nuovi dipendenti già vincitori di concorso, è un errore gravissimo, che dimostra tutta l’improvvisazione e la superficialità con cui il centrodestra sta gestendo questa fase amministrativa”, dichiarano il consigliere regionale Antonio Di Marco e il consigliere comunale Marco Presutti, manifestando solidarietà agli interessati, "molti dei quali si erano già licenziati dalle amministrazioni di provenienza, bloccati in questo vuoto decisionale". “Il mancato rispetto della scadenza per l’approvazione del bilancio consolidato - proseguono i due esponenti del Pd - non è un incidente di percorso ma il sintomo di un modo di governare che antepone le logiche interne, le assenze e le dinamiche di potere alle necessità della città. In un momento tanto delicato, con il pronunciamento del Consiglio di Stato alle porte e con la città in attesa di capire quale sarà il proprio futuro amministrativo, è inconcepibile commettere errori istituzionali così grossolani. Tali fatti dimostrano che Pescara ha bisogno di una nuova classe dirigente, meno interessata alle poltrone e più concentrata sul buon governo e sulla responsabilità amministrativa. Episodi come quello delle assunzioni bloccate danneggiano non solo chi ha vinto un concorso e vede vanificati mesi di attesa e sacrifici, ma l’intera macchina comunale, già in affanno e bisognosa di nuove energie e professionalità. Questa vicenda è l’ennesima dimostrazione che la città merita molto di più: serietà, competenza e rispetto delle istituzioni devono tornare ad essere la bussola dell’amministrazione comunale. Il tempo degli errori e dell’approssimazione è finito”. (com/red)