Di Marco su esposto dirigenti medici: "Ingiustizia inaccettabile. Restiamo mobilitati"
03 ottobre 2025 - 14:10
(ACRA) - “Le risposte dell’assessora Verì nell’ultimo Consiglio regionale alla mia interpellanza sulla vicenda dell’azzeramento delle ore lavorate dai dirigenti sanitari della Asl di Pescara sono state tutt’altro che rassicuranti. Anzi, hanno confermato tutte le criticità che denunciamo da mesi e che riguardano diritti fondamentali dei lavoratori e il corretto funzionamento del nostro sistema sanitario. Alla luce di questo restiamo mobilitati su una vicenda che interessa tantissimi operatori di trincea”, così il consigliere regionale del Partito Democratico, Antonio Di Marco dopo l’ultima seduta consiliare. “Alla luce dell’esposto presentato dai 70 dirigenti medici all’ispettorato regionale del lavoro e da cui nasce il mio interessamento, dobbiamo prendere atto che la Regione ha ammesso che la Asl di Pescara ha azzerato retroattivamente il monte ore maturato fino al 31 gennaio 2024, nonostante si tratti di attività cliniche e assistenziali effettivamente svolte, tracciabili e documentate – spiega Di Marco - . Non è stato indicato un solo articolo del contratto collettivo nazionale che consenta un simile intervento e questo pone un enorme problema di legittimità e trasparenza. Quei professionisti hanno garantito servizi essenziali e ora si vedono cancellare parte del loro lavoro come se non fosse mai stato svolto. Così come si evince che i confronti con le organizzazioni sindacali siano stati avviati tardivamente, tra luglio 2024 e gennaio 2025, cioè molti mesi dopo l’entrata in vigore del nuovo CCNL, datato 24 gennaio 2024. Questo dimostra che le decisioni sono state prese unilateralmente e solo in un secondo momento si è provato a legittimarle a posteriori. Altro nodo irrisolto riguarda l’assenza di uniformità tra le Asl abruzzesi: se davvero l’obiettivo era armonizzare la gestione, non si comprende perché provvedimenti così penalizzanti siano stati adottati soltanto a Pescara, mentre altrove si è proceduto in maniera diversa. Non solo resta la disparità di trattamento tra vertici aziendali e personale sanitario: mentre i dirigenti percepiscono premi per il raggiungimento degli obiettivi, a chi quegli obiettivi li ha concretamente realizzati viene negata parte della retribuzione. È un paradosso che mina la credibilità del sistema e il morale del personale. In una regione in cui la sanità è già in forte sofferenza questa vicenda rappresenta un grave precedente e un segnale sbagliato. Continueremo a chiedere chiarezza e giustizia per i lavoratori coinvolti e a vigilare affinché non si ripetano pratiche lesive dei diritti contrattuali e della dignità professionale di chi ogni giorno tiene in piedi il nostro sistema sanitario”. (com/red)