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D'Addazio e Verrecchia su fondi nazionali e aliquote Irpef. Replica alla Cgil

03 dicembre 2025 - 12:03

(ACRA) - “Non corrisponde al vero quanto affermato dalla Cgil Abruzzo Molise (leggi la nota Cgil, ndr), che parla di un azzeramento dei benefici fiscali nazionali da parte della Regione. Dichiarazioni false, costruite su dati vecchi e sbagliati. La verità è che, per la prima volta nella storia della nostra Regione, si abbassano le addizionali Irpef ai cittadini con i redditi più bassi. Lo dichiara il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Leonardo D’Addazio, già sindacalista Cisl. “Solo un 20% della popolazione abruzzese, quella con redditi oltre i 35mila euro lordi, vedrà un aumento dell’addizionale. Ma fino a 87mila euro di reddito lordo, grazie al combinato disposto delle riforme fiscali nazionali ( che ha abbassato l'aliquota dal 25% al 23% per i redditi tra 15000 e 28000 e dal 35% al 33% per i redditi tra 28000 e 50000) e quella regionale, non ci saranno perdite in busta paga. Anzi, molti avranno un saldo positivo. È un intervento che tutela pensionati e lavoratori dipendenti, e che potrebbe essere definito persino ‘di sinistra’, perché redistributivo - prosegue D’Addazio - La Cgil ha diffuso tabelle con almeno tre errori clamorosi: 1. Non ha considerato il taglio del cuneo fiscale deciso dal Governo Meloni; 2. Ha usato le aliquote regionali precedenti alla modifica approvata in Consiglio; 3. Ha calcolato l’addizionale sulla retribuzione lorda, quando invece il calcolo si fa sull’imponibile Irpef, cioè la retribuzione lorda meno i contributi previdenziali. Sono errori che dimostrano superficialità e scarsa serietà - sottolinea. Ricordo che dal 1998 al 2024 l’addizionale regionale è sempre aumentata: 0,5% dal 1998 al 1999; 0,9% dal 2000 al 2005; 1,4% dal 2006 al 2010; 1,73% dal 2011 al 2024 Dal 2025, invece, per i redditi fino a 28mila euro l’aliquota scende all’1,67%. È la prima volta che in Abruzzo si abbassano le tasse regionali", evidenzia D’Addazio. “E allora mi chiedo: come mai la Cgil oggi protesta contro un governo che taglia l’Irpef, riduce il cuneo fiscale, abbassa la tassazione sui premi di produttività e amplia il welfare, mentre quando c’erano governi ‘amici’, come quello giallo-rosso, che non toccavano né l’Irpef né il cuneo, non si muoveva foglia? Non mi si venga a parlare di fiscal drag: quello c’era anche allora ma la Cgil non alzava la voce. Un dato inconfutabile resta sul tavolo: i lavoratori, a parità di reddito lordo, dal 2023 ad oggi hanno un netto più alto. Il resto sono solo polemiche e aria fritta. Mi auguro che la Cgil torni a fare sindacato e smetta di recitare il ruolo di partito politico. Io resto come sempre disponibile a un confronto pubblico, ma basato su numeri veri e non su favole” conclude D’Addazio. Sulla materia interviene anche il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Massimo Verrecchia.  "La Cgil ha guidato l’occupazione abusiva dell’aula consiliare contro l’aumento dell’Irpef nello scaglione 28/50mila euro, sostenendo che il centrodestra metteva le mani nelle tasche della povera gente. Oggi proclama uno sciopero nazionale affermando che il taglio delle tasse del Governo sarebbe a favore dei ricchi. È la dimostrazione di un sindacato ormai 'landinizzato', più impegnato a fare politica che a difendere i lavoratori, e non a caso relegato in molte Rsu a dati ai minimi storici. I governi di Giorgia Meloni e Marco Marsilio hanno scelto la strada della responsabilità: riduzione delle tasse, sostegno al lavoro e nuove risorse per la sanità. Chi parla di 'briciole' ignora che migliaia di pensionati e lavoratori dipendenti avranno un netto più alto in busta paga rispetto al passato. Questo è un dato indiscutibile che smonta ogni propaganda. La differenza è chiara: da una parte chi urla e mistifica, dall’altra chi governa e porta risultati» conclude Verrecchia". (com/red)

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