Paolucci su emendamento Abruzzo, una norma che certifica i fallimenti delle politiche di Marsilio
22 dicembre 2025 - 09:15

(ACRA) – “Il racconto trionfalistico della destra sull’emendamento Abruzzo semplicemente non sta in piedi. Presentano un emendamento che entra nel percorso della finanziaria con un obiettivo e ne esce in una forma nettamente peggiorativa, scaricando tutto il peso sulle spalle della Regione e certificando il fallimento di otto anni di governo sulla sanità. L’emendamento, nato, secondo gli obiettivi della propaganda della destra e del governo Marsilio, per le Regioni colpite dal sisma e finalizzato a evitare l’obbligo di accantonamento dell’extragettito fiscale, avrebbe dovuto liberare risorse per coprire i tagli imposti alla sanità: 130 milioni, che diventano 170 milioni complessivi con le entrate delle tasse. Il risultato finale, invece, è l’esatto contrario: più che un salva-Abruzzo sembra un emendamento da pre-commissariamento”, scrive l capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci. “Primo punto, decisivo: l’emendamento dice che la Regione Abruzzo dovrà fare tutto con risorse proprie. Dunque zero euro di sostegno da parte del Governo nazionale peraltro amico - rimarca Paolucci -. Strana amicizia quella che non riconosce aiuti, alcuna copertura, nessuna assunzione di responsabilità da parte dello Stato. Altro che emendamento per sostenere l’Abruzzo: è un atto che certifica, ancora una volta, l’isolamento della Regione e l’inefficacia del legame Marsilio-Meloni. Secondo punto, ancora più grave: la riformulazione dell’emendamento costringe l’Abruzzo a presentare obbligatoriamente un Programma operativo 2026-2028 entro il 31 gennaio 2026, con tempi perentori e stringenti si legge nell’elaborato. I Ministeri e i Tavoli tecnici valuteranno il piano entro il 15 febbraio, imponendo eventuali prescrizioni vincolanti, che la Regione dovrà recepire entro dieci giorni. Questo forse accade perché, è bene ricordarlo, in otto anni di governo Marsilio non è stato approvato alcun Programma operativo”. “Ci chiediamo allora che fine abbia fatto il programma 2025-2027 presentato a luglio e, soprattutto, quali coperture regionali intendano usare per il triennio 2026-2028 se non hanno quelle successive. La verità è chiara a chi pratica un po’ di contabilità e sa leggere i messaggi della politica, sono andati a Roma cercando sostegno e hanno trovato una risposta durissima: presentate prima un programma credibile, coperto interamente con risorse vostre, riportate in equilibrio i conti della sanità e solo dopo – forse – vi verranno svincolate risorse che sono comunque dell’Abruzzo, non del Governo. A questo punto la domanda è inevitabile: gli assessori regionali e i parlamentari della destra hanno capito cosa hanno votato? - sottolinea il capogruppo - Se lo hanno capito, hanno ammesso nero su bianco di essere stati incapaci per otto anni di approvare un programma operativo per la sanità. Se non lo hanno capito, il danno è ancora più grave perché o raccontano una realtà che non esiste, oppure la mistificano, facendola apparire quella che non è, cioè una vittoria. In ogni caso, è storia che questo emendamento non porta un solo euro in più all’Abruzzo, non risolve i tagli, non tutela i cittadini, ma obbliga la Regione a fare oggi i compiti che la destra ha ignorato per anni, sotto la stretta vigilanza dei Ministeri e del MEF”. “Altro che vittoria: questo emendamento è un mea culpa politico, che denuncia tutte le responsabilità accumulate e certifica il fallimento dell’esperienza di governo della destra sulla sanità abruzzese e sulle politiche finanziarie” conclude. (com/red)