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Paolucci: Dal rendiconto Inps un quadro nero per la provincia di Chieti

23 ottobre 2025 - 15:36

(ACRA) -  “Dal Rendiconto Sociale Inps 2024 emerge con chiarezza un quadro drammatico per la provincia di Chieti e per l’intero Abruzzo: aumentano gli inoccupati, cresce la precarietà, peggiora la condizione giovanile e si allarga la forbice tra uomini e donne nelle retribuzioni. La Regione continua a restare immobile, mentre la manovra del Governo nazionale ignora completamente i problemi reali di lavoratori, famiglie e imprese. È arrivato il momento di smettere di negare tanta e tale evidenza, così come di denunciarla: dobbiamo lavorare insieme a una soluzione per evitare che gli scricchiolii odierni di un sistema economico e industriale che sono stati un miracolo per la provincia di Chieti, diventino crepe e sgretolino l’economia abruzzese”. Così il capogruppo del Pd Silvio Paolucci, commentando i dati del rapporto INPS. “Serve un tavolo su cui analizzare i dati e proporre soluzioni concrete – propone Paolucci - , perché la situazione è seria, è grave ed è inaffrontata come dicono tutti gli indicatori e non solo la denuncia politica. Il tasso di disoccupazione diminuisce solo perché c’è meno gente che cerca lavoro, ma la realtà è che aumentano gli inoccupati e peggiora in modo drammatico la condizione dei giovani, per i quali si può ormai parlare di un vero de profundis occupazionale. La provincia di Chieti, in particolare, registra un incremento dei contratti a termine e in somministrazione, segno di un mercato del lavoro sempre più precario e frammentato. Cresce anche il numero delle persone che usufruiscono della Naspi, la disoccupazione e si registra un aumento esponenziale della Cassa Integrazione, pari al +67% rispetto allo scorso anno. È il segno di un sistema economico fragile e di politiche del lavoro completamente assenti. Nonostante la propaganda di Marsilio e Magnacca, tesa a descrivere l’Abruzzo come il Paese delle Meraviglie, c’è anche una forte discriminazione di genere nelle retribuzioni, con le donne che continuano a percepire stipendi e pensioni mediamente più bassi del 35% rispetto agli uomini. Un dato indegno di un Paese moderno e di una Regione che non riesce ancora a varare una legge per evitare che ciò accada, che noi abbiamo presentato tre anni fa e che ad oggi non è stata ancora calendarizzata nei lavori del Consiglio regionale per arrivare all’approvazione. Nella realtà quotidiana famiglie e imprese, l’Abruzzo tutto, vive un cortocircuito pericoloso: meno lavoro stabile, redditi in calo e diseguaglianze crescenti. La Regione, supina di fronte al Governo nazionale, non mette in campo nessuna azione di contrasto, mentre si aggravano tutte le criticità sociali e produttive già segnalate da mesi: dalla disoccupazione giovanile alla povertà, fino alla crisi del welfare territoriale. Non c’è una sola misura che vada nella direzione di affrontare questi nodi. Il quadro tracciato dall’Inps – conclude Paolucci – è un atto d’accusa verso chi governa l’Abruzzo e il Paese. Non bastano slogan e promesse: servono politiche vere, investimenti e riforme capaci di restituire stabilità, giustizia sociale e futuro ai cittadini abruzzesi”. (com/red)

 

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